Cicloturismo – Raccolta by Adélaïde de Valence
4 Tour
15:44 h
259 km
5.120 m
Dopo aver trascorso due mesi come accompagnatrice di viaggi in bicicletta in Croazia, sulla costa dalmata, ero esausta. L'estate volgeva al termine e finalmente avevo qualche giorno di vacanza prima di tornare in Francia. Così ho deciso di prendere una boccata d'aria fresca, in bicicletta e da sola, per esplorare un po' di più i Balcani, quella regione montuosa dell'Europa sud-orientale che incuriosisce quanto affascina.
La penisola, circondata da mari e pianure, comprende 13 Paesi, dalla Slovenia alla Turchia. È caratterizzata da una complessità etnica, culturale e religiosa, particolarmente evidente in Bosnia-Erzegovina. Questo Paese alle porte dell'Unione Europa è stato costruito da zero all'indomani delle guerre jugoslave. Ancora oggi è caratterizzato da un'estrema diversità, ma anche da una grande instabilità politica. Mi affascina talmente tanto che ho deciso di tornarci.
Dopo una mattinata di ricerche, evitando religiosamente tutte le strade sterrate che normalmente bramerei con avidità, ho ideato per me un viaggio di cinque giorni. Un viaggio che inizia sulle rive del Mare Adriatico, dove le montagne delle Alpi Dinariche si bagnano i piedi, e raggiunge la vibrante capitale della Bosnia-Erzegovina: Sarajevo. 259 chilometri di asfalto, 5.000 metri di dislivello, due passaggi di frontiera, le acque azzurrissime dell'Adriatico, 150 chilometri di treno, una capitale, una lenta salita meditativa nel cuore della catena montuosa della Bjelašnica, paesaggi tanto lunari quanto remoti, sacchi della spazzatura come sacche portabici, un'escursione alpina e notti calde nelle case locali. Il tutto innaffiato da acquavite e sudore.
Così, all'inizio di ottobre, sono partita dalla mia porta di casa per un'avventura nel cuore ardente di questa misteriosa regione dei Balcani. Un itinerario logisticamente complesso, concepito come un piccolo scorcio di questo Paese che mi affascina e mi commuove, ma durante il quale mi sono lasciata anche il tempo di girovagare per la bellissima città di Mostar e la dinamica e multiculturale capitale di Sarajevo.
A cavallo tra due Paesi dell'ex Jugoslavia, segnati da conflitti estremamente violenti sullo sfondo di rivendicazioni etniche, questo viaggio inaspettato mi ha fatto battere il cuore, lacrimare gli occhi e surriscaldare i muscoli. È stato uno schiaffo culturale, con scambi a cuore aperto e continui richiami a una guerra fin troppo vicina. I muri e i ricordi risuonano ancora oggi con una potenza che non avrei mai immaginato. Sono tornata a casa esausta e con un solo desiderio: tornare più a lungo e con una mountain bike.
L'itinerario, percorribile da aprile a fine ottobre, a seconda delle condizioni di innevamento, parte dal livello del mare e porta in quota a oltre 1.630 metri. Ci sono molti punti d'acqua e non ho mai avuto problemi a riempire le mie borracce. Nel massiccio della Bjelašnica, i punti di ristoro sono rari o inesistenti a seconda della stagione, ed è consigliabile essere autosufficienti dal punto di vista alimentare in questa tappa. Io non ero attrezzata, ma ti consiglio di passare la notte in un bivacco tra i paesaggi lunari di quei luoghi.
Se questa avventura ti ispira a costruirne una tua, puoi facilmente partire dalle grandi città di Mostar o Sarajevo. Sono raggiungibili in autobus da Zagabria o Vienna. Prima di mettere la bicicletta nella stiva di un autobus o nello scompartimento di un treno, assicuratevi di avere in tasca cinque o dieci euro da dare all'autista. In Bosnia-Erzegovina è teoricamente possibile portare con sé la bicicletta in treno, smontata, per la somma di cinque euro.
Infine, devi sapere che in Croazia e in Bosnia-Erzegovina si parla la stessa lingua, il serbocroato. Le poche parole che imparerai durante il tuo soggiorno potranno essere riutilizzate in molti Paesi balcanici. Una manna dal cielo, vista la complessità della lingua!
Sveglia all'alba. Prendo la bici, scendo i gradini piastrellati dove quasi mi sguazzo e prendo una profonda boccata d'aria fresca. Con lo stomaco vuoto e gli occhi incollati, salto sulla bici presa in prestito. Una bella belva in titanio e deragliatore elettronico, alla quale mancano solo le gomme tassellate…
Mostar, notte oscura. Lascio – senza velluto, criniera della mia ruota libera – sia il mio ospite che la città. Davanti alla stazione, sotto lo sguardo di un gatto feroce, tolgo le ruote della bici e apro due grandi sacchi della spazzatura.
Ieri sera, l'uomo allo sportello che mi ha venduto il biglietto…
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Appena ripreso dall'incontro del giorno prima con un vecchio pastore dai lineamenti scavati e soprattutto con il suo cane - "no no, non ho paura per niente", tu parli, io tremo come una foglia - parto. Passo aggraziato sul biclou e ziooooou, dritto in pendenza.
La nebbia mattutina rende le montagne, gi…
Ultimo risveglio all'alba. Sicuramente non mi alzo mai così presto come quando sono in vacanza. Questa mattina rischio di nuovo di contrabbandare la mia bicicletta come clandestino su un treno. Devo rientrare in Croazia questa sera, e sto cercando, infangato e un po' malato, di fare tutti i chilometri…
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