Fontana Grande

'Fontana Grande' a pl. Eleftherias, nel cortile d'ingresso della chiesa dell'Annunciazione, nel porto di Mandraki, Rodi.Una replica della fontana medievale Fontana Grande nella città italiana di Viterbo, situata nel porto di Mandraki, a Rodi.Circa l'originale -"La "Fontana Grande" sorge nell'omonima piazza ed è senza dubbio la più bella fontana di Viterbo. Sorta da una scalinata sopra il livello stradale, è costituita da una prima vasca a croce greca al centro della quale sorge la colonna che sorregge due coppe sovrapposte e termina con un elegante pinnacolo.L'antico nome della fontana "fons sepalis" è di origine incerta, dai più è indicato come derivante dal termine "sepes", sbarre di ferro o altri ripari che un tempo la racchiudevano. Di epoca successiva sono gli appellativi derivanti dalla corruzione del nome originario “Fons sine pari”, “del Separi”, “del Soparo”.I cronisti riportano il 1206 come anno di costruzione della fontana ma un documento inventariale della chiesa romana menziona una "fontem Sepalis" già nel 1192. L'attuale grande fontana fu però costruita nel 1212 a spese del comune. Nel 1217 la costruzione originaria fu sostanzialmente rimaneggiata. Le fistole in bronzo decorate con gli stemmi della famiglia Gatti e della famiglia Orsini sono del XIV secolo. Le ultime modifiche furono apportate nel 1827 quando, oltre alla ricostruzione della parte superiore del tronco, quattro punte con il famoso globo anniano sostituirono i manufatti posti sopra le fistole nelle branchie inferiori dei beccucci. Da un'illustrazione che appare "Sulla Istoria di Viterbo", pubblicata da Bussi nel 1742, questi manufatti sembrano busti di persone e piccoli leoni accovacciati.La fontana, nella sua forma attuale, non presenta uno stile uniforme. Nella parte bassa prevale l'austerità romanica mentre nella parte alta prevale l'audacia del gotico. I diversi stili sono comunque molto ben armonizzati tra loro in un connubio di indubbia eleganza. L'acqua che alimenta la fontana proviene da un antico acquedotto romano costruito nel IX secolo dal console Mummio Nigno Vigeto. L'acquedotto, quasi interamente sotterraneo, lungo 5950 gradini (quasi sei miglia romane), largo 10 piedi, serviva per portare l'acqua alla villa calvisiana di proprietà dello stesso console e situata a circa 5 km a nord di Viterbo."