Cisterna Miñarro

Come si legge sulla locandina:
La cisterna Miñarro è lunga circa 6 metri per 3 di larghezza. Il suo orientamento è nord-ovest-sud-est. Ha una finestra nella parete nord-ovest, 0,40 per 0,60 centimetri, realizzata in mattoni pieni. Anche su questo fianco è presente un canale di scolo largo circa 30 centimetri, di cui si conservano 7 metri di lunghezza. Questo canale è realizzato in arenaria tipica della zona.
Sulla parete opposta, a sud-est, è presente una piccola apertura quadrata lunga 30 centimetri. Su questo stesso lato, all'esterno, si trova un canale sotterraneo quadrato lungo 0,5 metri, coperto da una griglia metallica e incorniciato da pietre calcaree.
Il tetto della struttura è a volta e tutto è stato restaurato con cemento, il che rende quasi impossibile vedere la fabbrica di pietra calcarea unita alla malta.
Il nome Aljibe de Miñarro è dovuto al fatto che molto vicino a questa infrastruttura idraulica araba, la famiglia Miñarro costruì una delle sue tante fattorie, abbandonate dal 18° secolo.
Questa famiglia appartenente all'oligarchia castigliana si stabilì ad Alhendín a metà del XVI secolo. Ha le sue origini in Cristóbal Miñarro, abate di San Salvador del Albaicín. Cristobal, che ebbe figli, entrò nella vita religiosa dopo essere rimasto vedovo. Era capo contabile dell'arcivescovado di Granada e aveva il potere di affittare e gestire le entrate della tavola arcivescovile di Granada. Cristóbal Miñarro fondò una cappellania ad Alhendín e nominò amministratore uno dei suoi figli legittimi. La famiglia Miñarro ha ricoperto, per secoli, le cariche più importanti nella città di Alhendín.