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Sentieri e itinerari escursionistici

La Grande Traversata degli Appennini – in cresta dai Sibillini al Gran Sasso

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La Grande Traversata degli Appennini – in cresta dai Sibillini al Gran Sasso

becycling

La Grande Traversata degli Appennini – in cresta dai Sibillini al Gran Sasso

Escursionismo – Raccolta by BeCycling

10 Tour

75:19 h

160 km

10.290 m

Questo viaggio a piedi nasce dall’amore spassionato per le montagne che da sempre accompagnano le nostre avventure e fantasie, gli Appennini. Luoghi che non sono solo luoghi ma entità vive, che sentiamo parte della nostra vita come fossero persone dalle quali tornare per sentirci a casa.

Abbiamo disegnato la traccia spinti dal desiderio di camminare il più possibile in cresta e in quota, unendo le cime più alte dell’Appennino Centrale: monte Vettore, monte Gorzano e Corno Grande. Ne è risultato un percorso che segue la linea di confine di tre regioni, Marche, Lazio e Abruzzo. L’itinerario corre principalmente in cresta ma, per ragioni legate alla morfologia del territorio, non mancano lunghe camminate in valle per unire un massiccio all’altro.

Se c’è un aggettivo che ben definisce gli Appennini è “selvaggio”, ed è anche l’aspetto più affascinante di queste montagne. Se deciderai di vivere anche tu questa avventura preparati a camminare per ore o giorni senza incontrare altre persone, in compagnia solo del vento e degli animali selvatici o al pascolo brado. Gli altri termini associabili a queste montagne sono pazienza e avventura. Molti dei sentieri sono poco frequentati, per cui spesso ricoperti da vegetazione oppure senza segnaletica, oramai scomparsa da tempo, inghiottita dal lento e inesorabile incedere della natura. A volte bisogna farsi largo tra i rovi di more, oppure inventare una traccia che salga tra le ampie praterie in quota. A camminare tra queste montagne si ha sempre la sensazione di stare vivendo un’avventura incredibile, in luoghi incontaminati.

La logistica è stata un aspetto fondamentale nell’organizzazione di questo lungo trekking. Il tracciato attraversa pochi paesi, molti dei quali distrutti dal terremoto del 2016. Gli unici con alimentari sono Visso e Campotosto, per cui abbiamo sempre considerato almeno quattro giorni di cibo negli zaini. Anche per l’acqua abbiamo dovuto fare diverse ricerche: molte fonti sono stagionali e altre sono in secca da quando il terremoto ha deviato il percorso delle falde. Di media la presenza d’acqua è garantita ogni due giorni. Noi avevamo una capacità totale di otto litri e non siamo mai rimasti senza, anche in pieno agosto.

Secondo noi è fondamentale avere una tenda: su dieci giorni solo una notte abbiamo dormito in un agricampeggio. Sia perché non ci sono altre sistemazioni lungo il percorso, ma soprattutto perché dormire in quota è parte integrante dell’esperienza. Svegliarsi e poter ammirare l’alba che lentamente illumina la piana di Castelluccio di Norcia dalle pendici dei Sibillini, vedere il sole sorgere sul mar Adriatico dalla cima dei monti della Laga, o addormentarsi sotto una coltre fitta di stelle tra il Gran Sasso e pizzo d’Intermesoli, sono emozioni uniche che giustificano il peso sulle spalle.

Pur essendo piena estate di notte, spesso, la temperatura è scesa sotto i dieci gradi (abbiamo registrato due gradi alle pendici del monte Gorzano, a 2.200 metri di altitudine). Ci siamo comunque trovati bene con il nostro sacco a pelo estivo: un quilt in piuma idrofobica con temperatura limite di quattro gradi. Con noi avevamo un cambio caldo – pile, maglia termica in lana merinos e calze sintetiche – che abbiamo utilizzato solo la notte. Abbiamo apprezzato la giacca antivento anche di giorno, perché camminare in cresta implica la presenza continua di vento, soprattutto in questo tratto di Appennino che è aperto tra i mari Adriatico e Tirreno. Vento che, anche in pieno agosto, può essere molto freddo.

Come luogo di partenza abbiamo scelto Visso, nelle Marche, poiché facile da raggiungere con i mezzi pubblici da Terni. Lo stesso per l’arrivo: Fonte Cerreto è ben collegato con L’Aquila da cui poi raggiungere il resto d’Italia.

Nella descrizione dei tour trovi il racconto del viaggio e qualche informazione pratica per aiutarti a organizzare la tua prossima avventura. Buon cammino!

Vedi sulla mappa

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Cosa aspetti a partire? Dai forma alla tua avventura e pianifica il percorso a tuo piacere basandoti sul Tour qui sotto.

La Grande Traversata degli Appennini – in cresta dai Sibillini al Gran Sasso

149 km

8.940 m

8.420 m

Ultimo aggiornamento: ‪18 aprile 2024

Tour

  1. Giorno 1: Da Visso alla Val di Bove – La Grande Traversata degli Appennini

    05:48
    11,7 km
    2,0 km/h
    1.200 m
    270 m

    Arriviamo a Visso la sera prima la partenza del trekking, con l’unico autobus diretto dalla stazione di Terni della compagnia regionale Contram (contram.it/index.php/orari). Non sapendo dove dormire, optiamo per montare la tenda nei pressi del cimitero, che, posizionato su una collina, offre un panorama

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  2. Il risveglio nella Val di Bove è avvolto nelle nuvole, accompagnato dal suono attutito dei campanacci delle mucche e dei cavalli che pascolano allo stato brado e dalla vista fugace di un cervo. Lentamente smontiamo la tenda, facciamo colazione e ci mettiamo di nuovo in cammino. Nel dubbio riempiamo nuovamente

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  3. Registrati e scopri luoghi come questo

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  4. Il sole che sorge e che con i suoi raggi illumina la Piana di Castelluccio è come un quadro di Caravaggio che prende vita davanti ai nostri occhi. La notte sul balcone di Casale Argentella è stata ventosa e abbastanza fredda. Nonostante siamo in pieno agosto, le temperature scendono sotto i dieci gradi

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  5. Anche questa mattina l’alba è struggente. Ai colori magnifici del sole oggi si aggiunge la Piana di Castelluccio ricoperta di una fitta nebbia che quasi sembra un lago. O meglio, la nebbia ha messo in scena uno spettacolo di ricostruzione storica per ricordarci che una volta questo ampio altipiano era

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  6. Grazie a Katia, la gestrice dell’Agricampeggio, partiamo con gli zaini nuovamente carichi di cibo. Il prossimo punto rifornimento sarà Campotosto, ovvero a tre giorni pieni di cammino.

    

    Per l’acqua ci caricheremo a Illica prima di cominciare la salita verso le cime dei monti della Laga. Poi dovrebbe esserci

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  7. Oggi ci attende una tappa lunga e impegnativa. Nonostante ciò, aspettiamo comunque che i raggi del sole raggiungano la tenda per attivarci.

    

    La ripida salita per lasciare il rifugio è un ottimo risveglio. In poco più di quattro chilometri saliamo i primi 600 metri di dislivello della giornata per raggiungere

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  8. La tappa di oggi non presenta grandi difficoltà, per cui decidiamo di partire con calma e di goderci l’alba magica da monte Spaccato. Da qui vediamo il sole sorgere sul mar Adriatico e sui monti della Croazia, e illuminare di rosso le pareti vertiginose del lato nord di Monte Gorzano.

    

    Monte Gorzano

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  9. Questa dovrebbe essere una tappa facile per dislivello ma lunga in chilometri. Partiti dalla località Mulino decidiamo di seguire il Sentiero Natura lungo il lago di Campotosto, per poter vedere il lago e magari qualche uccello acquatico. Riusciamo a fare giusto qualche centinaio di metri, dato che il

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  10. La tappa di oggi si prospetta lunga e faticosa. Cerchiamo di partire di buona lena da Prato Selva.

    

    Questa ex località sciistica, nonostante lo stato di abbandono, ha ancora il suo fascino ed è un ottimo punto di partenza per esplorare alcune delle aree meno frequentate del Gran Sasso, come monte Corvo

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  11. Ultimo giorno di questa incredibile avventura: oggi saliamo sulla vetta più alta dell’Appennino, i 2.912 metri della Vetta Occidentale del Corno Grande!

    È la domenica prima di Ferragosto, e la montagna verrà presa d’assalto. La Vetta Occidentale, infatti, è la più alta ma anche tra le più semplici da

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La Raccolta in numeri

  • Tour
    10
  • Distanza
    160 km
  • Durata
    75:19 h
  • Dislivello
    10.290 m

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