Alla fine dell'inverno 2023, per festeggiare la primavera, mi diressi verso il sud della Francia. Avevo da poco recuperato l'uso della mano sinistra, che avevo gravemente compromesso cadendo su un sentiero ghiacciato. La frattura, la lacerazione del legamento e la distorsione erano ormai solo un brutto ricordo e potevo finalmente tornare in sella. All’epoca mi trovavo a Chambéry, avevo una settimana a disposizione e poco più di 400 chilometri da percorrere per raggiungere il porto di Tolone, nel sud della Francia. Là mi stava aspettando una piccola squadra di Les Others per imbarcarci su una barca a vela diretta in Corsica. Come un uccello migratore, mi preparai a riprendere il volo e a raggiungere il sole, dopo un inverno che mi era sembrato troppo grigio e troppo lungo.

Ero arrugginito come la catena della mia bicicletta, che avevo lasciato nel buio umido di una cantina per molti mesi. Una volta sistemata la bicicletta, non rimaneva che rimettere in sesto il ciclista. Pianificai un percorso poco impegnativo, punteggiato da piccole strade, spesso asfaltate e completamente deserte, con alcuni tratti di sterrato molto belli. Ho limitato la pendenza e i sentieri ripidi e in generale ho evitato le insidie. Sono rimasto ai piedi del massiccio della Chartreuse e ho solo sfiorato quello del Vercors, lasciando le montagne sopra di me e con esse le temperature gelide dell’inizio della primavera.

Raggiunto il massiccio delle Baronnies provençales, dopo aver attraversato il Col de Menée, sembrava già di scorgere il mare. La vegetazione è cambiata, è diventata più bassa, più rada e più luminosa: la Provenza si è rivelata. Le vette piatte del Mont Aiguille, quelle color ocra del Colorado provenzale e quelle di Les Mées si innalzavano nel cielo come tanti strani camini: queste nuove montagne non avevano nulla in comune con quelle che mi ero da poco lasciato alle spalle. Quando ho saputo che la partenza della mia barca a vela era stata anticipata di un giorno a causa del maltempo, ho abbandonato questi paesaggi, ma non ho pedalato verso il mare, come amo fare, bensì alla fermata di un autobus ad Aix-en-Provence. Un finale meno romantico, ma molto più pragmatico.

Durante questi cinque giorni di migrazione primaverile, mi hanno fatto compagnia il gelo, il maestrale, un capriolo arrabbiato, un'orchestra maschile vagabonda, dei colli stretti, degli ulivi e migliaia di boccioli. Mi ha fatto male la mano? Un po', ma mi dolevano anche le cosce, i polpacci e gli zigomi, ebbri di felicità di chi si è perso tanta libertà. Nel corso dei cinque giorni ho alternato bivacchi e pernottamenti. Lungo il percorso non ti sarà difficile trovare strutture ricettive e punti di rifornimento. Io ho utilizzato il mio fornello, gustandomi cous cous, semi, sardine e caffè liofilizzato.
Assicurati di indossare un abbigliamento adatto: io ho toccato temperature sotto lo zero anche all'inizio di aprile e ho rimpianto di non aver portato con me guanti più caldi. Tuttavia, fare questo percorso a inizio stagione mi ha permesso di attraversare alcuni colli completamente deserti, altrimenti affollati di ciclisti in estate. Il percorso è accessibile a tutti ed è ideale per le bici da corsa. È stato uno dei miei viaggi preferiti fino ad oggi! Se vuoi scoprire il resto dell'avventura, in direzione della Corsica, consulta questa Raccolta: komoot.com/it-it/collection/2066882.