Cicloturismo – Raccolta by Omar Di Felice
17 Tour
123:01 h
2.092 km
12.760 m
2300 km attraverso la steppa ed il Deserto del Gobi. Pedalando 10-12 ore al giorno, dormendo nella mia tenda o nei campi ger della popolazione nomade che non ha mai mancato di farmi sentire la silenziosa presenza, nella solitudine di uno dei luoghi più remoti al mondo.
Dal freddo estremo dei primi giorni, al vento incredibile attraversando le zone più difficili del deserto è stata un'avventura che mi ha lasciato un profondo senso di libertà unita alla malinconia che ne ha accompagnato le ultime fasi.
Talvolta non vorresti scendere mai dalla tua bicicletta anche se ti ha visto vivere momenti davvero estremi e al limite della fatica.
Cosa aspetti a partire? Dai forma alla tua avventura e pianifica il percorso a tuo piacere basandoti sul Tour qui sotto.
Ultimo aggiornamento: 21 febbraio 2024
Finalmente fuori città, in sella alla steppa mongola. Che giornata! Incredibile...
Si inizia a fare i conti con il vento della steppa. Pare, però, che questo sarà nulla in confronto a ciò che troverò nel cuore del deserto. Non mi resta che scoprirlo
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Con il benestare del vento, oggi placatosi, e della temperatura decisamente più mite, sono arrivato finalmente a Saynshand. Da qui inizierà ufficialmente il deserto del Gobi. Da domani si punterà in direzione ovest.
Aspettavo questo momento da mesi. Finalmente le ruote della mia Wilier Triestina JENA solcano la terra del deserto del Gobi. Ci sarà da divertirsi, in ogni senso
Dopo il terreno oggi è stato il momento in cui ho assaggiato i forti venti del Gobi. 7 ore per coprire 75 km. Questo è ciò che mi attenderà.
L'immensità della natura. La vastità del deserto. Oggi ho realizzato quanto siamo piccoli in confronto al mondo che ci circonda. A piccoli passi, delicatamente, verso la meta
Oggi è stata la giornata sin qui più devastante. Quasi a passo d'uomo contro il vento più brutale che io abbia mai affrontato. Il premio finale per tanta fatica è stato un tramonto spettacolare e la vista di una luna mozzafiato
Il vento comanda e decide la velocità da tenere. Non ci sono possibilità di "sconfiggerlo" ma solo assecondarlo. Oggi la marcia assomigliava a quella dei meravigliosi cammelli che popolano questo deserto.
Oggi la vera solitudine: nessun nomade sulla mia strada, nessuna presenza. Ed ora la tenda piazzata al riparo dai venti, tra le rocce di queste meravigliose montagne che delimitano i confini di questa porzione di deserto
Qualche km meno del previsto: anzichè girare attorno all'area delle dune ho deciso di attraversarle. Ho dovuto spingere la bici sulla profonda e soffice sabbia, ma è stato uno spettacolo unico ritrovarmi quassù con la mia bici e tutto ciò di cui ho bisogno.
La vita nomadica ormai mi sta entrando nelle vene. Ogni giorno sempre di più la routine si impossessa delle mie giornate. Sveglia, smonta il campo, pedala, rimonta il campo. In tutto ciò il silenzio, le albe meravigliose e i tramonti ancor di più. Amo questo deserto
Solo io e i cammelli. Popolo silenzioso di questa terra selvaggia, di uno dei deserti più estremi al mondo.
Tempo di uscire dal deserto. Ora su, tra le montagne, l'avventura proseguirà ancora per concludersi da dove era cominciata
Ospite di una famiglia nomade ho, finalmente, mangiato un pasto caldo ma, soprattutto, tenuto fede ad un loro tradizionalissimo "triplo" giro di vodka mongola! Non proprio il tipo di recupero prescritto ad un atleta ma è stato a dir poco "Cool"
Giornata durissima, attraversando le montagne per poi puntare nuovamente a est, direzione Ulan Bator
Si torna sull'asfalto. Grazie al vento la strada per Ulan ora appare in discesa.
Avrei voluto non fosse finita più questa incredibile avventura. Ed è terminata esattamente come era cominciata, con una lunghissima ultima tappa. 250 km sulla main road verso la capitale. E poi di nuovo qui, da dove tutto aveva avuto inizio. Grazie Mongolia!
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